"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Magna ca d'o tuoje magni

26.09.2010 15:13

Si è concluso martedì 15 giugno con una giornata all’insegna dell’edutainment il primo anno del progetto di orto scolastico “Vivi la natura”, attivato dalla società cooperativa ideas di Benevento, presieduta dall’antropologo Mario De Tommasi, presso l’Istituto Comprensivo di Ponte - Paupisi (Bn).

Titolo di un evento che si è rivelato una vera e propria festa della comunità civile, come dichiarato sin dalla fase di programmazione, è stato “Magna ca d’o tuoje magni”, sentenza popolare che racchiude in sé i saperi di chi è in grado di coltivare autonomamente il proprio spazio verde e quelli di chi ha la consapevolezza di dovere diventare cittadino attivo per riuscire a operare nel segmento di mondo nel quale vive.

La giornata di convivialità è stata vissuta dai presenti come un susseguirsi di incontri, emozioni e racconti, a coronamento di un anno diramatosi attraverso ore d’aula e attività esterne nelle quali sono stati protagonisti oltre 30 bambini e ragazzi, per lo più allievi dell’Istituto, ma anche adulti e membri della comunità cittadina. A rendere possibile tale confronto tra generazioni, senza distinzione di razza o ceto sociale, il progetto Scuole Aperte promosso dall’ex Assessorato all’Istruzione Formazione e Lavoro della Regione Campania, retto fino allo scorso 29 marzo da Corrado Gabriele.

 

Il seme è stato gettato. È proprio il caso di dirlo, visti i temi in questione e i risultati raggiunti. A scendere in campo (in tutti i sensi) nel corso dell’anno sono stati, oltre ai sopraccitati protagonisti, il prof. Angelo Antonio Scarinzi, in veste di tutor, ma soprattutto di capitano, coadiuvato dal sottoscritto e da Maria Scarinzi, con la partecipazione dell’etnomusicologo Luigi Giova. Come si può evincere sin dai nomi coinvolti, “Il Bene Comune” ha seguito non solo giornalisticamente ma anche in maniera operativa le sorti di questo ambizioso programma di riscoperta del rapporto tra uomo e ambiente. È stato anche per questo che, nella lunga ma altrettanto piacevole giornata di chiusura, tra i partecipanti alla festa non ha declinato l’invito il nostro direttore, Antonio Ruggieri. Non già una presenza di facciata, bensì l’occasione per ricordare in maniera vitale e vivificante il già strettissimo legame esistente tra il Molise e il Sannio. E per proporre una nuova avventura in collaborazione con Pina Di Cienzo, docente di matematica presso la Scuola Secondaria di Primo Grado “F. D’Ovidio” di Campobasso, coordinatrice di un orto scolastico con il quale da anni insegna, non solo ai suoi allievi, a conoscere, rispettare e vivere la natura, diffondendo anche qualche nozione di scienze tutt’altro che semplice.

 

Un rapporto che si consolida tra due terre vicine, dunque, ma è opportuno precisare che non siamo di quelli che intendono dare adito a rappresaglie territoriali dal fine esclusivamente mediatico bensì, nello spirito che ha guidato il progetto, l’intento si completa nell’offrire maggiore attenzione alla terra e al legame con le “sue” genti. E i destinatari sembrano averlo compreso. Al progetto hanno, infatti, partecipato componenti di storiche famiglie dell’area alle pendici del Taburno e nuovi cittadini. Sembra strano in questo clima politico potere affermare che ci siamo tutti vicendevolmente arricchiti. E a chi sta storcendo il naso reputando tali parole un’affermazione retorica, riconosciamo che se non fossimo in Italia, forse avremmo appena detto una banalità ingiustificatamente scontata.

 

Ma torniamo all’orto. Numerose le autorità intervenute nel corso della giornata, a testimoniare la loro vicinanza all‘iniziativa. Tra queste, delegati della Coldiretti, di Slow Food o emblemi della memoria identitaria locale come l’ex Preside dell’Istituto Alberghiero “Le Streghe” di Benevento, Antonio Pietrantonio. Ciascuno di essi ha voluto incontrare i futuri protagonisti di questi luoghi, consegnandogli idealmente un pezzetto di terra e di storia. 

Si è rivelata, a tale proposito, provvidenziale la scelta di porre al centro della sede dell’evento una formazione a U di lunghi tavoli, che abbracciavano non solo metaforicamente coloro che, sin dalle prime ore del mattino, hanno preparato con le proprie mani 10 chilogrammi di cicatielli. Ragazzi e adulti. Genitori e figli. Uomini delle Istituzioni e gente comune. Per significare che intorno alla terra è ancora possibile non sentirsi alienati e ricostruire il dialogo. Gustosi e sapienti, dunque, come hanno potuto sperimentare gli oltre 70 ospiti del pranzo, in primis docenti e personale ausiliario della scuola, ai quali abbiamo chiesto - fuor di metafora - di imbandire la tavola, così come quotidianamente fanno, in altri modi, con il loro lavoro di formatori.

 

Per l’intera giornata, intorno a quei tavoli e seduti su sedie dalle dimensioni ridotte si sono vissuti, come sempre accade nella storia, dialoghi informali di profonda importanza, domande prive di retorica perché a microfoni spenti, incontri tra maggioranze e opposizioni che, anziché condannare le diversità, almeno per alcune ore hanno provato a valorizzarle. È questo l’insegnamento più forte che un orto, scolastico o non, sa dare. 

A racchiuderlo in poche parole sono stati il Sindaco, Domenico Ventucci, il Presidente della Pro Loco, Daniele Simeone, il responsabile provinciale di Scuole Aperte, Mario De Nicolais e il Dirigente dell’Istituto Comprensivo, Maria Angela Fucci. Nell’intera giornata hanno preferito non parlare, mettendosi all’ascolto dei più piccoli, cogliendone gli entusiasmi e sintetizzandoli, poi, negli interventi di chiusura. Noi abbiamo voluto premiarli con l’attestato di contadino, rilasciato anche a tutti gli allievi del corso, ma abbiamo voluto altresì preannunciargli che sulle loro scrivanie riceveranno a settembre un plico di documentazione del percorso realizzato. Perché questo è solo il primo passo. E ad auspicarlo non siamo solo noi e i protagonisti di questi 6 mesi, bensì lo stesso De Nicolais, il quale ha chiosato, poco prima di lasciare spazio al buffet con prodotti di aziende locali e l’ottimo vino imbottigliato per l’occasione: «Ci auguriamo di rivederci il prossimo anno per costruire un secondo segmento di quest’avventura. E ampliarla. Ora è il momento di continuare a coinvolgere i ragazzi ma, nel contempo, attivare un corso rivolto ai genitori e agli adulti affinché, una volta rientrati a casa, si sia tutti concordi che la crisi può modificare i nostri consumi, ma non può incidere sulla scelta della qualità alimentare». 

Noi siamo felici di aver contribuito ad accendere i riflettori su un viaggio di riscoperta di una Terra che continua a essere, nonostante il disinteresse di una società sempre più decadentemente fast, una ottima Madre.

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