"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


A Benevento non esistono le streghe

16.09.2008 00:00

Benevento è famosa in tutto il mondo per lo Strega. La ricetta di questo fantastico bicchiere di fine pasto è misteriosissima e, secondo la tradizione, il suo sapore è dato da un’erba dal gusto magico che cresce lungo la riva del fiume Sabato. 

Non abbiate timore! Non voglio deviare la tematica di discussione né promuovere la nota industria ma il fatto è che, se a Benevento parliamo di “strega” non possiamo che parlare del liquore. Per svariati motivi. Il primo è per i numerosi riferimenti enogastronomici che s’incontrano (riflessione d’obbligo in omaggio al luogo che ci ospita); il secondo, col rischio di far storcere il naso ai classici delle scienze sociali, è che a Benevento non esistono le "streghe"! Eppure, secondo una affascinante (nel duplice etimo di interessante e di magica) tradizione, delle donne provenienti da tutto il mondo, prese a modello dalla rivoluzione dei costumi del 1968 e dal novecentesco movimento esoterico/religioso della Wicca, si riunivano a Benevento presso un albero di noce ogni sabato sera per mangiare, ballare, cantare e fare l’amore. Una sorta di “rave party” ante litteram, insomma, se si considera anche l’adorazione del diavolo e le pratiche cannibalistiche che la Chiesa cattolica attribuisce loro come alle attuali rockstar. 

Gerolamo Tartarotti nel 1749 scrive: “il moderno congresso notturno delle Streghe altro non è che un impasto della Lilith degli ebrei (prima donna creata, ribelle a Dio - subito un brutto segno), della Lammia (demone femminile - oltreché contrada di Benevento) e delle Gellone de’ Greci”. Ma qual è il rapporto tra questo “congresso” e il capoluogo sannita?

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